La formazione dell’artista nei primi decenni del Novecento: saggi d’accademia di Alda Besso

curata da Francesco De Caria, Donatella Taverna e Fr. Alfredo Centra Direttore del Collegio, corredata da un quaderno-catalogo con contributi dei curatori e di Pino Mantovani.


Alla produzione matura della pittrice (Genova 1906-Torre Pellice 1992) - sposa e collaboratrice di Eugenio Colmo dal 1942 al 1967, anno della morte di “Golia” - il Collegio ha dedicato la mostra Alda Besso, Un percorso d’arte nel Novecento nell’inverno 2019 (Quaderno 3 della seconda serie). Ora, in base ai materiali d’Accademia degli anni a cavallo dei decenni Venti e Trenta riguardanti l’Artista, pervenuti alla morte della Besso alla Raccolta d’Arte De Caria Taverna, si è organizzata questa mostra che attesta la severa e organica formazione accademica dell’artista negli anni Venti, in particolare dal 1923 al 1928.  Tale formazione insisteva sullo studio – attraverso la copia – dei modelli classico-rinascimentali, figure e ornato, della struttura e dell’anatomia del corpo umano, e della struttura geometrica piana e ortogonale con cui l’occhio umano percepisce la realtà.

Intento della mostra è anche di restituire all’Arte la dignità che le spetta ribadendo l’immagine dell’artista come intellettuale colto e dalla rigida e approfondita formazione tecnica. A tal riguardo occorre riflettere sulla frattura intervenuta dalla seconda parte degli anni Sessanta: anche a causa di una serie di riforme dell’Istruzione, si è progressivamente attenuata l’importanza dello studio puntuale della lezione rigorosa del passato e della organicità  di una formazione con l’ acquisizione progressiva di abilità tecniche.

Il materiale artistico e documentale che proponiamo antologicamente al pubblico consente di seguire - attraverso l’esperienza di Alda Besso - le tappe del percorso di formazione artistica all’Albertina di Torino dalle prime prove al diploma superiore, in un periodo – gli anni Venti – in cui all’Accademia torinese erano insegnanti personalità di altissimo livello.   Molti di loro – Giacomo Grosso, Cesare Ferro, Giulio Casanova, Luigi Onetti, Edoardo Rubino … – fanno parte del panorama artistico torinese e nazionale e le loro firme, apposte sui saggi della Besso delle varie discipline, compaiono in vari documenti esposti, tra altre firme purtroppo non decifrabili.

La mostra è corredata - come tutte le mostre d’arte proposte dal “San Giuseppe”, nel suo dodicesimo anno di attività espositiva e di edizione di cataloghi d’arte, fra i più significativi centri di cultura della città - da un quaderno-catalogo redatto dai curatori della mostra, e impreziosito da un saggio di Pino Mantovani. Gli scritti approfondiscono e inquadrano storicamente la materia della mostra stessa, le illustrazioni che li corredano riportano gran parte dei materiali esposti.

 

DOCUMENTAZIONE 

RECENSIONI


 

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