GIANNI CHIOSTRI

Mostra antologica

 

Classe 1947, torinese, umorista della matita e non solo si presenta Gianni Chiostri in una scheda.  E’ in effetti illustratore che collabora con importanti quotidiani nazionali, come “Avvenire”, “La stampa”, “Il giornale”, “Il sole 24 ore”, oltre che con periodici e case editrici varie, e con la RAI. Ha pubblicato libri disegnati, fra cui Ingannare il tempo, Scherzi d’amore, Perbacco!, L’altra metà del sorriso…

Come per gli artisti autentici, il suo umorismo è mosso essenzialmente da un concetto alto dell’esistenza e dell’Uomo, che solo certe situazioni fanno scadere in atteggiamenti goffi e risibili. E per rappresentare individui e situazioni egli ricorre a varie tecniche, non solo la matita, ma il cartoncino in cui ritaglia sagome, fili metallici che forma variamente: l’individuo oggi è appiattito, svuotato, ridotto a sagoma da una cultura antiumanistica che tende all’omogeneizzazione e alla spersonalizzazione. Sta alla cultura autentica e in particolare alla satira smascherare gli inganni: e le penne e le matite del disegnatore umoristico diventano frecce. Il bersaglio della satira di Gianni Chiostri non è l’individuo in sé, per il quale  si prova semmai la compassione che si deve ad una vittima inconsapevole, ma una cultura che ha distratto l’uomo dal suo ambiente naturale e ha sostituito ad esempio il tapis roulant della palestra alla sana corsa campestre, ha creato l’illusione dell’affermazione su altri, quando in realtà non ci si è neppur mossi dalla posizione iniziale, ha ridotto il cervello  dell’individuo a camera oscura che semplicemente registra quanto l’occhio vede, ha fatto dell’individuo un rivale o un nemico di se stesso, talché egli giunge a duellare con la propria immagine allo specchio. 

Anche i problemi della sperequazione fra primo e terzo e quarto mondo diventa oggetto della meditazione in forma di vignetta: un negretto macilento raccoglie le briciole versate da un piatto.

Condizionano la vita di intere parti del mondo i mercati finanziari col loro andamento in apparenza serissimo, in realtà - secondo Chiostri - della stessa consistenza, nella loro imprevedibilità di fatto, di una roulette. Ci sono poi le “fissazioni” che inducono ad atteggiamenti esagerati: il supervegano si è trasformato in una zolla cui l’erba fa da capigliatura e le radici da barba: in mezzo non c’è un cervello che faccia da filtro.  Ma c’è anche altro: laddove ci sia l’amore ci sarà sempre la capacità e la forza di creare luce e calore anche sotto una pioggia battente; chi non si lascia abbattere dal pessimismo saprà sempre volar alto e confezionarsi, col filo del proprio ottimismo, una calda maglia contro il “freddo” di certi momenti dell’esistenza.

         Il discorso si fa seriamente “filosofico” e politico nel confronto fra i due cervelli, l’uno impregnato dei principi di cultura, libertà, tolleranza, diritto etc., l’altro di quelli dell’ordine, del mito precostituito, della gerarchia, dell’appartenenza.

          O la seria e profonda immagine di lui e lei innamorati che costituiscono le “tavole della legge”, in riferimento alle parole del Cristo: una sola legge vi do, che vi amiate… E poi, in mostra tanto altro, l’automobile la cui sagoma ricorda un’arma, una pistola che può uccidere, il computer e i suoi aspetti critici, una belva che si mangia il cervello dell’utente…

          E ci sono saggi di Chiostri illustratore del volume di Turolla/Lepsky, Tra i ghiacci con l’Esperance.


 
DOCUMENTAZIONE 


RECENSIONI

 

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