Affascinati ogni sera da una stella con la lunga chioma di polvere d’oro e d’argento, tre Magi da molto tempo si interrogano nelle steppe asiatiche, nell’Arabia felix, nella fertile Mesopotamia.

Hanno trascorso la vita tra libri, pergamene, papiri, mappe della terra e del cielo… ma quella strana stella su in alto li porta ad osservare più attentamente il cielo nelle notti terse. Forse nelle loro biblioteche hanno letto in un testo della letteratura ebraica che i cieli narrano la gloria di Dio, ma non possono capire…

C’è una luce ammaliante alla quale è difficile sfuggire. C’è un’ansia che si è insinuata nella mente. I tre sapienti, avidi di conoscere, non si fermano alle cose della terra, indagano su quelle del cielo: questa volta, però, sono vinti da una strana emozione che entra nel petto e sembra puntare al cuore.

Un impulso li invita ad andare dietro a quel gioiello che solca il cielo sereno. Hanno perso la testa per una stella! Una strana fretta li spinge a non fermarsi mai. Attraversano terre misteriose, guadano fiumi, superano montagne, conoscono città imperiali risplendenti di palazzi e di giardini, si portano dietro la sabbia dei deserti immensi… sedotti dallo stesso incantesimo.

Un Bambino guida la cometa e il suo corteo di stelle: Melchiorre, Baldassarre e Gasparre, incatenati da quella coda, sono chiamati da regioni lontane ad unire le loro strade, a staccarsi dal loro orgoglio di Re, a iniziare un nuovo corso. I pellegrini della conoscenza forse nel loro lungo viaggio hanno perduto carovane, servitori, ricchezze, sicurezze…

E così, in una notte di pace e di luce, all’interno di una casa si prostrano e adorano un Bimbo e offrono ciò che è rimasto: un gioiello d’oro, un cofanetto con incenso profumato, una boccetta con mirra.

Poi questi cercatori del volto di Dio, rigenerati, per un’altra strada fanno ritorno al loro paese.

Un sentito grazie alla Prof.ssa Donatella Taverna e al Prof. Francesco De Caria che con questo nuovo impegno spirituale-culturale ci fanno rivivere la preparazione del presepe della nostra infanzia e l’emozione intensa dell’attesa dei Re Magi.

Fr. Alfredo Centra

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